Il progetto del nuovo sito di Avola, voluto dal marchese di Avola Nicolò Pignatelli Aragona Cortes, fu concepito da Angelo Italia. L’illustre architetto dei Gesuiti in Palermo tracciò il perimetro della nuova città nella pianura sottostante alla distrutta Abola, il 16 marzo 1693. La Pianta, di alto profilo democratico perché in pieno feudalesimo consentì a tutti i cittadini, di qualunque ceto sociale, di avere un affaccio di pari dignità, fu concepita, nella divisione degli spazi, con criteri antisismici. Essa presenta i due assi principali, il decumàno e il cardo, a forma di croce. Le cinque piazze, fra le quali al centro è la Maggiore, si legano ai moduli quadrati determinati dalla griglia viaria dove insistono le civili abitazioni. Al loro interno sono i caratteristici cortili di Avola. Intorno al perimetro esagonale le mura e i baluardi avrebbero salvaguardato la città, ormai vicina alla costa dagli assalti barbarici e da eventi bellici.
Bibliografia: Gringeri Pantano F., Pianta della nuova ABOLA progettata nel 1693 da Angelo Italia. Disegno fatto eseguire da Giuseppe Guttadauro nel 1756 e pubblicato in Vito M. Amico Lexicon topographicum siculum, Palermo 1757., Avola, 1986
Il corso Garibaldi e il Municipio. L’attuale sede del Palazzo di Città fu costruita acquisendo, nel 1863, parte del convento dei Domenicani. Progettato dall’ingegnere e architetto avolese Salvatore Rizza, fu completato nel 1870, con il prospetto principale sulla Strada Cassaro, ora Corso Garibaldi.
Bibliografia: Muscato Daidone C., Storia della città. Dalle origini ai giorni nostri, CMD, 2005
Foto inizi 900, proprietà Pro Loco
La facciata del Municipio, in stile neoclassico, presenta ai lati del portone d’ingresso le effigi di Mazzini e Garibaldi ed è conclusa dallo stemma della città, recante i simboli della croce e delle api
Bibliografia: Muscato Daidone C., Storia della città. Dalle origini ai giorni nostri, CMD, 2005
Foto 1920, proprietà del Comune di Avola
Un corteo funebre in corso Garibaldi. Il carro era riccamente decorato e trainato da cavalli. Impazzava, come è possibile notare dagli striscioni e dai manifesti, la campagna elettorale per le elezioni del 1952. In quel momento al Comune vi era il commissario prefettizio Paolo Nigro.
Foto 1952, proprietà Sebastiano Consiglio
Corso Garibaldi e Municipio in uno scatto degli anni ’60
Foto anni ’60, proprietà Pro Loco
Corso Garibaldi, il cinema Odeon. La sala fu inaugurata nel 1947. Oggi è un multisala.
Cartolina anni ’50, proprietà Gaetana Ambrogio
Corso Vittorio Emanuele (anticamente solo via del corso, ovvero il decumano della storica pianta esagonale progettata da Italia). Il corso congiunge piazza Noto (oggi piazza Vittorio Veneto) con piazza Siracusa (oggi piazza Trieste).
Cartolina 1919, proprietà del Comune di Avola
Lungo il Corso Vittorio Emanuele insistono alcuni palazzi signorili. In questa immagine, accanto alla chiesa di Sant’Antonio, si scorge il palazzo Sirugo Interlandi che, negli anni Quaranta dell’800, ospitava in un magazzino un piccolo teatro, per volere della principessa Dorotea Sirugo
Bibliografia: Gringeri Pantano F, Il Teatro Garibaldi, Avola, 2011
Cartolina 1919, proprietà Pro Loco
Corso Vittorio Emanuele, la chiesa di Sant’Antonio e palazzo Sirugo Interlandi oggi
Foto 1957, proprietà Sebastiano Confalonieri
Corso Vittorio Emanuele, incrocio con piazza Vittorio Veneto, un corteo funebre. In piazza Vittorio Veneto negli anni Cinquanta erano stati installati dei chioschi. Sulla parete della chiesa di Sant’Antonio è possibile scorgere la réclame di un prodotto.
Foto 1957, proprietà Gaetana Ambrogio
Corso Vittorio Emanuele
Cartolina anni ’40, proprietà Sebastiano Confalonieri
Corso Vittorio Emanuele, l’ingresso dell’Arena “Moderna”. Il portale settecentesco, detto di “San Leonardo”, apparteneva originariamente alla chiesa omonima. Il cinema è stato attivo almeno fino agli anni ’60. Oggi il portale rischia di sbriciolarsi a causa della mancata manutenzione da parte dei proprietari.
Foto anni ’70, proprietà Sebastiano Confalonieri
Corso Vittorio Emanuele, l’ingresso dal lato della strada statale per Siracusa. I militari entrano nel centro storico durante l’operazione Husky.
Foto 1943, proprietà archivio militare Pathè, concessa dalla Pro loco
L’ingresso al centro storico dal lato della strada statale per Siracusa. La foto ritrae gli alunni che partecipano alla “Festa degli alberi”.
Foto fine anni ’40, proprietà Sebastiano Confalonieri
L’ingresso al centro storico dal lato della strada statale per Siracusa.
Foto fine anni ’60, proprietà Sebastiano Consiglio
Via Manin e chiesa SS Annunziata. La chiesa della SS. Annunziata, nota come Badia, fino alla seconda metà dell’Ottocento faceva parte del complesso monastico delle Benedettine, ricostruito dopo il terremoto del 1693 nel nuovo sito della città. Il cantiere per la costruzione ebbe inizio nel 1712 ad opera di Michelangelo Alessi. A destra si vede appena la chiesa delle Anime Sante (“All’armi santi”), abbattuta alla fine degli anni ’60 per far spazio a un palazzo a più piani. L’edificio, già sconsacrato, poco prima di essere definitivamente distrutto, veniva utilizzato come magazzino.
Bibliografia: Gringeri Pantano F., La Badia o chiesa di SS. Annunziata di Avola: un cantiere dal 1696 alla fine del XVIII secolo, Siracusa 1997, in “Annali del barocco in Sicilia”
Cartolina anni ’40, proprietà Sebastiano Confalonieri
La scuola “tecnica” di via Manin, ospitata nel vecchio convento annesso alla chiesa Badia.
Del convento, che occupava un’intero isolato posto tra le vie Manin, Manzoni, San Francesco d’Assisi e Milano resta solo una piccola parte inglobata all’interno dei locali appartenenti alla Chiesa poichè la struttura originaria venne smembrata in più parti. La zona più grande è stata, appunto, destinata ad accogliere l’edificio scolastico.
Cartolina 1932, proprietà Sebastiano Confalonieri
Via Ruggero Settimo. Sulla sinistra il portico Aliffi (ancora esistente). La strada presenta ai lati i canaloni di scolo delle acque.
Cartolina anni ’20, proprietà Sebastiano Consiglio
Via Ruggero Settimo. Sulla destra una stalla. ( Quasi tutte le abitazioni avevano un ricovero per gli animali ). Sulla sinistra si scorge una delle antiche case con il tetto a capanna.
Cartolina anni ’20, proprietà Sebastiano Consiglio
Via Ruggero Settimo, un corteo funebre
Foto 1957, proprietà Gaetana Ambrogio
Via Cavour. Una delle arterie principali del centro storico. Vi si alternavano palazzi signorili e abitazioni più umili con il tipico tetto a capanna
Cartolina anni ’30, proprietà Sebastiano Consiglio.
Via Roma in un’immagine degli inizi del ‘900.
Foto anni ’10, proprietà Sebastiano Confalonieri
La posa della prima pietra della chiesa del Carmine. La chiesa fu inaugurata ufficialmente nel 1967, il primo parroco è stato don Giovanni Caruso
Foto prima metà anni ’60, proprietà Sebastiano Confalonieri
Nel 1951 una tremenda alluvione provocò parecchi danni, soprattutto nei quartieri periferici. Nel 1953 fu aperto il cantiere per la ricostruzione di alcune strade. Via Azzolini, “a strata a cinta” (qui infatti fino agli anni Cinquanta terminava il centro abitato), era una di queste.
Foto 1953, proprietà Sebastiano Consiglio
Dalla seconda metà degli anni Cinquanta l’intero Comune cambia volto, grazie ad una serie di interventi.
La sistemazione di via Tommaso Campanella
Foto 1957, proprietà Sebastiano Consiglio
Via Mazzini, l’edificio della Regia Pretura.
Cartolina anni ’30, proprietà Sebastiano Consiglio
Viale Lido. L’arteria che collega il centro storico al mare. Durante il Ventennio (tra il 1936 e il 1938) su questa strada furono costruite le scuole elementari. Un unico plesso ma con ingressi differenti per alunne e alunni.
Cartolina anni ’60, proprietà Sebastiano Consiglio
Viale Lido. Le scuole elementari. Durante l’operazione Husky, nel 1943, l’edificio venne utilizzato come ricovero/primo soccorso per i militari.
Cartolina anni ’60, proprietà Sebastiano Consiglio
Viale Lido. Le scuole elementari.
Cartolina anni ’40, proprietà Sebastiano Consiglio
Viale Lido. Negli anni Cinquanta molti avolesi iniziarono a costruire abitazioni lungo la strada. Fu edificato anche un complesso residenziale .
Le palazzine del condominio “viale Lido”
Cartolina anni ’60, proprietà Sebastiano Consiglio
Viale Lido.
Cartolina anni ’60, proprietà Sebastiano Consiglio
La sistemazione del largo Beluardo.
Foto 1957, proprietà Sebastiano Consiglio
Via Miramare. Davanti alle abitazioni non era insolito trovare dei tralicci di vite, come si vede in questa immagine.
Foto 1957, proprietà Sebastiano Consiglio
Via Napoli. La fabbrica “Marzipan”.
Lo stabilimento, realizzato nel 1912, era il più grande e moderno dell’epoca per la lavorazione della mandorla . I suoi clienti andavano da Hong Kong a Bogotà.
Cartolina anni ’30, proprietà Sebastiano Confalonieri
La fabbrica “Marzipan”.
Attiva fino al 1974, conserva ancora al suo interno tutte le attrezzature e gli impianti dell’epoca.
Cartolina promozionale anni ’30, proprietà Sebastiano Confalonieri
Via San Francesco D’Assisi. Il vecchio mercato comunale, costruito in un’area dell’ex convento delle Benedettine della chiesa SS Annunziata, su progetto dell’Arch. Rizza. Il sacerdote in primo piano è Don Paolo Rossitto, primo Rettore della vicina Chiesa della SS. Annunziata alla Badia
Bibliografia: Appolloni C, Avola Liberty, Arti Grafiche Motta, 1985
Foto 1905, proprietà Pro Loco
Il mercato fu edificato tra il 1893 e il 1895.
Bibliografia: Appolloni C, Avola Liberty, Arti Grafiche Motta, 1985
Foto inizi ‘900, proprietà Sebastiano Consiglio
L’architetto Rizza si rifece allo stile neo-classico, come si può vedere dalla concezione planimetrica degli spazi e dei ritmi chiaroscurali determinati dagli archi a tutto sesto che definiscono il portico.
Bibliografia: Appolloni C, Avola Liberty, Arti Grafiche Motta, 1985
Foto anni ’30, proprietà Sebastiano Consiglio
Sulla sommità dell’edificio fu posto lo stemma in pietra calcarea del Comune, realizzato dallo scultore Francesco Puzzo di Siracusa.
Bibliografia: Appolloni C, Avola Liberty, Arti Grafiche Motta, 1985
Foto anni ’30, proprietà Sebastiano Consiglio
Le facciate del mercato sono abbellite da rosoni ornamentali, in pietra da taglio, rappresentanti, in basso rilievo, pesci, animali da macello, frutta e verdura.
Nella parte posteriore della galleria c’era il mercato ittico, formato da cinque banconi fissi dalla lunghezza di un metro per due con il marmo inclinato, sia per rendere visibile il pesce, sia per far scivolare l’acqua proveniente dallo scioglimento del ghiaccio.
Nella parte anteriore, erano posti i banconi dei macellai che non avevano all’interno del mercato una bottega; qui si vendeva carne di maiale, di pecora, e in genere di basso macello.
Nelle due arcate laterali c’erano 5 negozi di genere alimentare e 5 macellerie.
Nella zona antistante la galleria, chiusa da una ringhiera in ferro, era installata una grande bilancia a ponte “u bilicu”, dove venivano pesati gli animali prima di essere portati al macello.
Bibliografia: Appolloni C, Avola Liberty, Arti Grafiche Motta, 1985
Foto anni ’50, proprietà Sebastiano Consiglio
Agli inizi degli anni ’60 le mutate condizioni economiche, la nascita di nuovi quartieri, l’uso diverso di alimentarsi della popolazione, spinsero coloro che operavano nel mercato ad aprire le loro botteghe nei vari rioni del paese, per essere più presenti nel territorio.
Il mercato persa la sua funzione economica e sociale, fu chiuso definitivamente per ordine dell’amministrazione comunale nel 1971 e i locali vennero adibiti a scuola
Foto 1985, proprietà Pro loco
Dopo un attento restauro, il vecchio edificio è stato adibito a sede della biblioteca civica “Bianca”
Foto 2015, proprietà Sebastiano Confalonieri
Il vecchio mercato oggi
Foto 2015, proprietà Pro loco