Il Littoriale. Il podestà Corrado Sallicano, durante il Ventennio fascista, fece realizzare un teatro all’aperto. In onore del Duce, la costruzione venne nominata “Il Littoriale”. Si trattava di un edificio in legno, nella grande piazza del campo sportivo, in cui per anni furono eseguite le opere più in voga.
Il “Littoriale” in una cartolina del 1922 di proprietà del Comune di Noto. Per concessione dell’architetto Raffaele Di Dio
La costruzione venne descritta da Vitaliano Brancati nel 1932 in un articolo dal titolo “Magia del Littoriale”. In esso si esprime la meraviglia di una grande piazza invasa da belle donne e dalla migliore aristocrazia dell’ estremo sud della Sicilia. Il progetto originale fu curato dall’Ingegnere Macrì. La struttura fu smantellata poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Il “Littoriale” in una cartolina del 1922 di proprietà del Comune di Noto. Per concessione dell’architetto Raffaele Di Dio
Via Salvatore La Rosa. L’interno del cinema Benso. La sala, una delle più antiche del Comune, fu inaugurata nel 1916 prendendo il nome proprio dal Conte di Cavour, e aveva al suo interno 260 posti a sedere.
Foto anni ’60 di proprietà della Pro Noto. Per concessione del Dott. Giarratana
Il cinema Benso in una immagine degli anni 30. Proprio nel 1930 al Benso è stato proiettato il primo film sonoro mai visto in città.
Foto anni ’30 di proprietà della Pro Noto. Per concessione del Dott. Giarratana
Il cinema, le cui mura sono ancora oggi di proprietà privata, chiuse definitivamente nel 1982
Foto anni ’90 di proprietà della Pro Noto. Per concessione del Dott. Giarratana
Il convento di Santa Maria del Gesù. Costruito agli inizi del ‘700, durante il pieno fervore ricostruttivo post terremoto, a cura dei frati Minori Osservanti (che nel 1693 avevano perso la loro storica sede), nel 1800, con la soppressione dell’Ordine, divenne “albergo dei poveri”. Successivamente ospitò la sede della “casa delle fanciulle orfane e povere”. Dal 2004 lo storico edificio è di proprietà del Comune di Noto.
Foto anni ’90 di proprietà della Pro Noto. Per concessione del Dott. Giarratana
Dopo un profondo restauro nel 2009, adesso l’edificio ospita la sede del C.U.M.O. ed è ricordato come Palazzo della Cultura Giavanti
Foto 2015, Anna Murè
Atleti appartenenti a una società sportiva di Portopalo di Capo Passero partecipano a una gara su strada a Noto. Il passaggio su via Cavarra. L’area cinta dal muretto sulla sinistra è stata sbancata negli anni successivi per lasciare spazio a un distributore. Il muro sulla destra cinge, invece, un impianto sportivo.
Foto 1938, proprietà Giuseppe Giardina, dal progetto “Portopalo si racconta”.
Via Silvio Spaventa, alle spalle del Municipio. In fondo alla strada si nota la cripta della chiesa di San Carlo. Sulla sinistra il palazzo del Marchese Ferla (oggi Rau Della Ferla). Di progettazione e costruzione tardo barocca, il palazzo Rau della Ferla è l’unico palazzo nobile ad essere stato edificato davanti alla cattedrale. Lungo la via Cavour, infatti, cioè alle spalle della cattedrale netina, sono stati costruiti tutti gli altri edifici appartenenti alle famiglie in possesso di un titolo nobiliare.
Cartolina anni 10 del ‘900, proprietà Pro Noto. Per gentile concessione del Dott. Giarratana.
Via Silvio Spaventa, Palazzo Rau Della Ferla e la cripta di San Carlo.
Cartolina 1933, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il palazzo del Marchese Ferla presenta una facciata ordinata ed elegante, suddivisa in due ordini di aperture, arricchite ed ornate da bassorilievi con motivi floreali; ogni finestrone è sormontato da una grande conchiglia poggiata su foglie d’acanto.
Cartolina 1905, proprietà Pro Noto. Per gentile concessione del Dott. Giarratana.
Via Ducezio. In fondo è visibile la chiesa del Carmine, costruita insieme con l’annesso convento alla metà del sec. XVIII
Cartolina 1905, proprietà Pro Noto. Per gentile concessione del Dott. Giarratana.
Via Cavour. La strada, parallela alla via del corso, alle spalle della cattedrale e del palazzo municipale, è ricca di edifici settecenteschi fatti erigere dalle più importanti famiglie netine.
Cartolina 1905, proprietà Pro Noto. Per gentile concessione del Dott. Giarratana.
Via Cavour.
Palazzo Lorenzo di Castelluccio. L’imponente edificio appartenente alla famiglia Di Lorenzo, Marchesi di Castelluccio è l’ultimo palazzo barocco della parte bassa di Noto.
Fu voluto dall’aristocratico Niccolò Di Lorenzo e dalla consorte, la nobildonna Agata Battaglia; costruito attorno alla metà del Settecento, è caratterizzato da un sobrio ma elegante stile barocco tendente al neoclassico.
Cartolina 1905, proprietà Pro Noto. Per gentile concessione di Pietro Giarratana.
Via Cavour. Palazzo Trigona di Cannicarao è considerato come il secondo palazzo barocco più bello della città dopo il Palazzo Nicolaci, ma anche come uno dei più rappresentativi esempi del barocco siciliano .Esso venne progettato inizialmente da Rosario Gagliardi, ma venne completato da Vincenzo Sinatra e dai fratelli Paolo e Bernardo Labisi
Cartolina 1905, proprietà Pro Noto. Per gentile concessione del Dott. Giarratana.
Via Cavour. Il Palazzo Astuto di Fargione fatto erigere dal Barone Filippo Astuto di Fargione nei primi anni del ‘700, è un elegante edificio nobiliare che ha svolto, oltre che di palazzo nobiliare, anche le funzioni di Biblioteca e Museo (visitato anche dal Re Ferdinando II di Borbone) fino a quando il ramo netino degli Astuto si estinse e tutte le opere d’arte vennero vendute ad altri musei siciliani.
Foto anni 30, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Via Cavour.
Il Palazzo Impellizzeri di San Giacomo (o più semplicemente “Palazzo Impellizzeri”) è il più importante palazzo nobiliare della città alta. Fu edificato nel 1752 accanto a due Monasteri, il Monastero di S. Agata da una parte e il Convento di S. Antonio di Padova dall’altra. La pianta rettangolare è frutto di diverse fasi costruttive, per cui attorno ad un nucleo originario furono poi aggiunti vari corpi, sino a raggiungere l’attuale impianto monumentale.
Cartolina 1905, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Via Garibaldi. Il carcere penitenziario, ospitato nei locali dell’ex Monastero di San Tommaso, edificato nel 1720.
Cartolina anni 20 del ‘900, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Chiesa del SS Crocifisso e il carcere penitenziario.La Chiesa del SS. Crocifisso è un edificio sacro eretto nel 1715. Si tratta della chiesa più grande di Noto, seconda solo alla Cattedrale. Nel ‘900 sono stati costruiti il rosone e la cupola, battezzata “cupola benedettina”.
Cartolina anni 30 del ‘900, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Piazza Mazzini, la chiesa del SS Crocifisso e il carcere penitenziario.
La chiesa del Santissimo Crocifisso fu progettata da Rosario Gagliardi nei primi decenni del Settecento.
La facciata, incompiuta, si eleva su una breve scalinata, che si presenta lineare come il resto della facciata
Cartolina anni 20 del ‘900, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Piazza Mercato. Fu costruita nel 1838 per volere del principe Nicolaci di Villadorata alle spalle del celebre palazzo nobiliare. Erano presenti 13 botteghe e, al centro, una piccola fontana. La tettoia fu realizzata solo successivamente, utilizzando ferro riciclato dalla fusione di arredi urbani dismessi.
Cartolina anni 60, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Via Pirri. Esattamente di fronte al mercato del principe Nicolaci, sorgeva la chiesa di San Camillo, demolita nel 1925 e visibile in questo scatto.
Cartolina anni 10 del ‘900, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Via Nicolaci. Il palazzo del principe Villadorata. Residenza nobiliare urbana della famiglia Nicolaci, in pieno stile barocco, questo edificio progettato da Rosario Gagliardi conta ben 90 ambienti. L’inizio dei lavori cominciò nel 1720, anche se fu completato, con la partecipazione dell’allievo di Gagliardi, Vincenzo Sinatra, soltanto nel 1765.La facciata è caratterizzata da un ampio portale fiancheggiato da due grandi colonne ioniche e sormontato da una balconata in pieno stile barocco.
Ai lati troviamo una sequenza di balconi delle inferriate in ferro ricurvo, sorretti da mensoloni in pietra scolpita con le sembianze di figure grottesche quali sirene, leoni, sfingi, ippogrifi, cavalli alati e angeli. Un’ala del palazzo è stata acquisita dal Comune di Noto nel 1983.
Cartolina del 1903, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Via Nicolaci. Il palazzo del principe Villadorata Nicolaci
Cartolina del 1940, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Via Nicolaci. Il palazzo del principe Villadorata Nicolaci
Cartolina anni ’70, proprietà Comune di Noto. Per gentile concessione dell’arch. Raffaele Di Dio
Via Nicolaci. Il palazzo del principe Villadorata. La famiglia Nicolaci era di origine borghese e nel periodo successivo al terremoto del 1693 si trovava nel pieno dell’ascesa sociale. Si occupavano principalmente della gestione delle tonnare “di ritorno” della costa siracusana, dal fiume Cassibile a Capo Passero. La loro ricchezza fu incrementata con l’acquisto di proprietà terriere. Nel 1701 la famiglia acquisì il primo titolo di “Baroni di Gisira e Bonfalà” e iniziarono i lavori di costruzione del palazzo.
Cartolina del 1903, proprietà Pro Noto, per gentile concessione di Pietro Giarratana
Via Nicolaci. Palazzo Nicolaci oggi .La facciata è caratterizzata da un ampio portale fiancheggiato da due grandi colonne ioniche e sormontato da una balconata in pieno stile barocco.
Ai lati troviamo una sequenza di balconi delle inferriate in ferro ricurvo, sorretti da mensoloni in pietra scolpita con le sembianze di figure grottesche quali sirene, leoni, sfingi, ippogrifi, cavalli alati e angeli. Un’ala del palazzo ospita dal 1871 la sede della biblioteca comunale, mentre un’altra ala è stata acquisita dal Comune di Noto nel 1983.
Foto 2016, Anna Murè
Palazzo Nicolaci, balconi. Particolare.
Foto 2016, Anna Murè
Palazzo Nicolaci, balconi. Particolare.
Foto 2016, Anna Murè
Piazza Nino Bixio. La storica fontana, ancora oggi esistente.
Foto 1940 circa, Proprietà Comune di Noto. Fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale
Piazza Nino Bixio. La storica fontana compare in alcuni fotogrammi del film “Cavalleria rusticana”di Carmine Gallone, girato nel 1953
Frame dal film “Cavalleria rusticana”, 1953.
Piazza Nino Bixio. La fontana oggi.
Foto 2016, Anna Murè
Il teatro comunale. Nel 1855 si costituì un comitato di cittadini, col compito di raccogliere fondi per la costruzione del teatro comunale. Fu così acquistata e demolita la Casa Salonia, in piazza XVI Maggio, a spese dei Marchesi di Castelluccio e venne dato all’lng. Francesco Sortino l’incarico di progettazione del Teatro di Noto, che tenesse conto dei criteri artistici seguiti dai grandi Teatri italiani ed europei.
Foto inizi anni ’20, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale di Noto.
Il teatro comunale.La sera del 4 Dicembre 1870, il Teatro Comunale, intitolato a “Vittorio Emanuele”, fu inaugurato con una solenne cerimonia di apertura, che registrò una considerevole partecipazione di pubblico
Foto inizi anni ’20, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale di Noto.
Il teatro comunale. Durante il Ventennio, il teatro divenne la sede della “Casa del Fascio”.
Foto anni ’30, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale di Noto.
Il teatro comunale. L’edificio monumentale, dallo stile neo-classicheggiante, si sviluppa su due piani; caratterizza la facciata un colonnato intervallato da lesene dalle decorazioni a rilievo e capitelli ricchi di motivi floreali. Statue, trofei e decorazioni di stile prossimo al liberty sormontano il prospetto.
Foto anni ’70, proprietà Pro Noto
Il teatro comunale. Dopo un lungo periodo di restauro il Teatro è stato riaperto al pubblico, e ha ripreso la propria attività, nel 1998. Oggi ospita eventi organizzati dalla fondazione “Tina Di Lorenzo”
Foto 2016, Anna Murè
Piazza XVI maggio. Lo spazio urbano antistante il teatro comunale. Il nome ricorda i moti antiborbonici del 1860. Si affacciano su questa piazza alcuni edifici storici come la chiesa di San Domenico e l’annesso convento, la fontana di Ercole e il collegio dei Gesuiti.
Foto anni 10, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La manifestazione per il cinquantenario dei moti antiborbonici. L’edificio sulla destra è il collegio dei Gesuiti, ovvero il convento adiacente alla chiesa intitolata a S.Carlo; questa, dedicata a San Carlo Borromeo, era la chiesa della sede dell’ordine dei Gesuiti a Noto, edificata a partire dal 1730 probabilmente su progetto del famoso architetto dell’epoca Rosario Gagliardi. Il Convento segue l’andamento di quasi tutti gli edifici religiosi della città. Sfarzoso all’esterno e molto semplice all’interno.
Foto anni 10, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. Il collegio dei gesuiti. Ricordato anche come “convitto Ragusa”,all’interno delle sale oggi vengono allestite mostre d’arte contemporanea
Foto anni 30, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico edificata come chiesa conventuale dei padri domenicani,ad opera dell’architetto Rosario Gagliardi, fra il 1703 e il 1727.
Cartolina 1926, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico. La facciata è a due ordini, il primo dorico ed il secondo ionico, mentre la parte centrale sporge verso la strada con forma convessa.
Cartolina 1930, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico. Annessa alla chiesa era la parte conventuale, adibita a scuola già nei primi anni del ‘900.
Cartolina 1930, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico. La corte del convento, sede dell’istituto magistrale per decenni.
Bibliografia: Stephen Tobriner, La genesi di Noto, Bari, Edizioni Dedalo, 1989.
Cartolina 1958, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico e villetta Ercole. Questo spazio urbano era dapprima disadorno e veniva utilizzato dai venditori per mettervi le bancarelle nei giorni di mercato, il quale venne in seguito trasferito sulla via Rocco Pirri, di fronte alla chiesa dei Crociferi.
Cartolina 1958, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico
Cartolina 1998, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico e villetta Ercole. Il giardino deve il suo nome alla fontana settecentesca raffigurante l’eroe mitologico.
Cartolina 1958, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La chiesa di San Domenico e villetta Ercole.
Cartolina 1931, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La villetta Ercole.
Cartolina 1931, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La villetta Ercole. Intorno al 1790, fu collocata una statua di Ercole, recuperata, si dice, a Noto Antica. Raffigura il riposo dell’eroe dopo l’uccisione del leone Nemeo. Ercole è rappresentato mentre soffia dentro una conchiglia e regge uno scudo con le insigne della città di Noto.
Foto 1931, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La villetta Ercole. A destra della fontana il busto marmoreo della poetessa Mariannina Coffa,opera del carrarese Carlo Nicòli.
Foto 1920 circa, fondo Travali Zappulla, Biblioteca comunale Noto.
Piazza XVI maggio. La villetta Ercole e San Domenico oggi.
Foto 2016, Anna Murè
Piazza XVI maggio. La villetta Ercole oggi. Le altissime palme mediterranee che si vedono nelle immagini storiche sono state distrutte dal punteruolo rosso e rimpiazzate dalla più resistente palma washingtoniana.
Foto 2016, Anna Murè