La storia dell’attuale Pachino ha inizio quando, nel 1734, gli Starrabba di, proprietari dei feudi Scibini e Bimmisca e, come tali, aventi su tali feudi il titolo baronale, oltre a quello di principi di Giardinelli, decisero di risiedere sul territorio per meglio curare i loro interessi. A tal fine, i fratelli Gaetano e Vincenzo Starrabba chiesero, nel 1758, a CArlo III di Borbone e, successivamente, nel 1760, a Ferdinando Iv di Borbone l’autorizzazione a fondare una città (licentia populandi), decreto che fu emesso a Napoli, in data 21 luglio 1760, e che fu reso esecutivo in data 1º dicembre 1760, ottenendo così l’investitura del titolo di Barone della neonato feudo
Il centro storico di Pachino nei primi anni ’10
Cartolina anni 10, proprietà del Comune di Pachino.
Bibliografia: Muscova, E.U., Pachino sul colle Scibini dalla sua fondazione ad oggi, 1760-1990, ricerca storica documentaria sull’ambiente, Archeclub, Pachino,1990
La storia dell’attuale Pachino ha inizio quando, nel 1734, gli Starrabba di, proprietari dei feudi Scibini e Bimmisca e, come tali, aventi su tali feudi il titolo baronale, oltre a quello di principi di Giardinelli, decisero di risiedere sul territorio per meglio curare i loro interessi. A tal fine, i fratelli Gaetano e Vincenzo Starrabba chiesero, nel 1758, a CArlo III di Borbone e, successivamente, nel 1760, a Ferdinando Iv di Borbone l’autorizzazione a fondare una città (licentia populandi), decreto che fu emesso a Napoli, in data 21 luglio 1760, e che fu reso esecutivo in data 1º dicembre 1760, ottenendo così l’investitura del titolo di Barone della neonato feudo
Il centro storico di Pachino nei primi anni ’60
Cartolina anni 60, proprietà del Comune di Pachino.
Bibliografia: Muscova, E.U., Pachino sul colle Scibini dalla sua fondazione ad oggi, 1760-1990, ricerca storica documentaria sull’ambiente, Archeclub, Pachino,1990
Gaetano Starrabba, aiutato dal fratello Vincenzo quindi si adoperò per il rilancio del territorio. L’autorizzazione alla fondazione della città prevedeva anche la possibilità di “importare” abitanti stranieri, tantè che una buona parte dei nuovi abitanti furono di nazionalità maltese.
La città venne quindi progettata con uno schema abbastanza classico per l’epoca, forse dal Geometra di Piazza Armerina Francesco Garrano: maglie ortogonali con una grande piazza al centro del paese su cui si affacciava la chiesa madre ed il palazzo baronale, quest’ultimo non più esistente.
Alla fondazione di Pachino seguì la nomina di Gaetano Starrabba a primo conte di Pachino ed ebbe il diritto a sedere nel Parlamento Siciliano a Palermo.
Il fratello Vincenzo, che come già detto materialmente fu l’amministratore di Pachino alla sua fondazione, si fregiò del titolo di Marchese di Rudinì.
Il centro storico di Pachino negli anni ’70
Cartolina del 1973, proprietà del Comune di Pachino.
Bibliografia: Di Pietro C., Pachino, tra passato e presente. In vista del futuro, Arti Grafiche Fratantonio, Avola, 2010
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Il centro storico di Pachino negli anni ’20
Cartolina degli anni 20, proprietà del Comune di Pachino.
Bibliografia: Di Pietro C., Pachino, tra passato e presente. In vista del futuro, Arti Grafiche Fratantonio, Avola, 2010
Attorno alla piazza centrale le classi nobile e borghese scelsero le aree abitative, e furono costruiti il palazzo Valenti – Santuccio, il palazzo Marino e il palazzo Bellomia, e più giù, lungo la futura via Cavour, il palazzo Tasca. Dalla piazza centrale, poi denominata Vittorio Emanuele, si dipartono a reticolo, o a griglia, le vie urbane
Via Cavour
Foto anni ’40, proprietà Guido Rabito
Bibliografia: Di Pietro C., Pachino, tra passato e presente. In vista del futuro, Arti Grafiche Fratantonio, Avola, 2010
Via Municipio in un’ immagine dei primi del ‘900. La strada presenta ancora i canali di raccolta delle acque. Sulla destra il settecentesco palazzo signorile Tasca.
Cartolina di inizi del ‘900, proprietà Guido Rabito
Via Cavour
Foto anni ’10, proprietà Guido Rabito
Via Cavour durante lo sbarco degli alleati nel 1943
Foto 1943, proprietà Imperial war museum Londra
Via Cavour
Cartolina del dopoguerra, proprietà Iano Capodicasa
Via Cavour
Cartolina fine anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
In via Cavour sorgeva l’edificio sede del Municipio per diversi decenni
Cartolina fine anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
Il palazzo Starrabba, sede del Palazzo di Città ,elegante palazzina di inizi del ‘900, fu abbattuto per lasciare spazio ad un parcheggio. L’intervento è stato (ed è ancora, in realtà) oggetto di fortissime critiche da parte della cittadinanza
Cartolina fine anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
Il palazzo Starrabba, ex sede del Palazzo di Città. L’ingresso.
Foto fine 1974, proprietà Iano Capodicasa
Il palazzo Starrabba.
Foto fine anni ’70, proprietà Iano Capodicasa
L’edificio poco prima della sua dem0lizione
Foto fine anni ’70, proprietà Iano Capodicasa
Via/Corso Garibaldi
Foto del 1907, proprietà Guido RAbito
L’abitazione tipica dei contadini aveva copertura “a mulinara” e rispondeva ai requisiti funzionali della famiglia e del lavoro. Un unico piano, costruita in muratura di pietrame con intonaco e aveva due facciate: una dava sulla strada principale (la cosiddetta “a vanedda”) e una sul cortile. L’interno era diviso in tre stanze: un ingresso-tinello e una camera da letto nel sito davanti e un’ampia “carretteria” sul retro. I pavimenti delle due stanza erano in mattonelle di cemento colorato mentre il pavimento della carretteria molto spesso era di terra battuta o con la ” ‘ncimintata”.La luce era diffusa da una lampadina coperta da piatti ondulati; prima dell’avvento dell’elettricità si usavano candele e lumi a petrolio.
Via XXV Luglio
Foto inizi ‘900, proprietà Iano Capodicasa
Informazioni tratte da “Pachino nel cuore” testo di Antonella Salerno
Via XXV Luglio. La foto documenta i lavori per la costruzione del cavalcavia.
Foto della seconda metà degli anni ’40, proprietà Iano Capodicasa
Via XXV Luglio.
Cartolina della seconda metà degli anni ’70 proprietà Iano Capodicasa
Via XXV Luglio.
Cartolina della seconda metà degli anni ’70 proprietà Iano Capodicasa
Via Libertà
Foto della seconda metà degli anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
Via Libertà. Sulla destra è visibile un’antica pompa di benzina
Cartolina del 1965, proprietà Iano Capodicasa
Via Plebiscito, angolo via Libertà.
Foto del 1938, proprietà Iano Capodicasa
L'”Operazione Husky” fu il primo sbarco alleato sul suolo italiano che, durante la seconda guerra mondiale permise, con l’utilizzo di sette divisioni di fanteria (tre britanniche, tre statunitensi e una canadese) l’inizio della campagna d’Italia. L’operazione Husky costituì una delle più grandi azioni navali mai realizzate fino ad allora. La campagna ebbe inizio con lo sbarco in Sicilia. Tra i comuni interessati vi era anche Pachino
Soldati in via Lincoln
Foto del 1943, proprietà Imperial war Museum Londra
Gli ufficiali della 244 Ala RAF si rilassano nella loro mensa degli ufficiali a Pachino, allestita nelle campagne attorno al Comune.
Foto 1943, proprietà Imperial War Museum London
I meccanici della Squadra SAAF n. 1 si preparano a montare un’elica di ricambio su una Supermarine Spitfire Mark IXE del 111 squadrone RAF, vicino al campo d’aviazione di Pachino
Foto 1943, proprietà Imperial War Museum London
Un soldato britannico ispeziona un fortino italiano nelle campagne attorno al Comune durante l’operazione Husky.
Foto 1943, proprietà Imperial War Museum London
Via Lincoln
Cartolina del 1950 circa, proprietà Iano Capodicasa
Via Garibaldi, i bassi commerciali.
Cartolina del 1950 circa, proprietà Iano Capodicasa
Via Garibaldi, i bassi commerciali.
Cartolina del 1960 circa, proprietà Iano Capodicasa
Via Garibaldi
Cartolina del 1900 circa, proprietà Iano Capodicasa
Via Pascoli. Negli anni ’50 il quartiere ebbe una grande espansione con la costruzione delle palazzine dell’ Istituto Ina Casa.
Cartolina anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
Via Pascoli. Le palazzine Ina Casa
Cartolina anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
Via Pascoli. Le palazzine dell’ Istituto Ina Casa.
Cartolina anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
Via Pascoli. Le palazzine dell’ Istituto Ina Casa.
Foto anni ’60, proprietà Iano Capodicasa
Via Pascoli. Le palazzine dell’ Istituto Ina Casa.
Foto anni ’60, proprietà Iano Capodicasa
Lo storico rifornimento Cultraro, in una foto degli anni 60
Foto anni ’60, proprietà Iano Capodicasa
Le palazzine Ina Casa
Foto anni ’60, proprietà Iano Capodicasa
Via Nino Bixio, una delle tipiche abitazioni con il tetto a capanna
Foto anni ’50, proprietà Iano Capodicasa
Via IV Novembre, uno degli ultimi storici carretti.
Foto 1975, proprietà Iano Capodicasa
In via San Martino, nel 1903, fu costruita la sede di culto della chiesa valdese. La facciata dell’edificio religioso, in un elegante stile che richiamava le forme neoclassiche, fu abbattuta nel 1967.
Foto del 1929, proprietà Guido Rabito
Panorama di Pachino, strada provinciale Pachino/Portopalo
Foto anni ’40, proprietà Iano Capodicasa
Via La Farina, al “Pozzo vecchio”. Prima della costruzione dell’acquedotto comunale, avvenuto nel 1925, esistevano pozzi comunali presso i quali si faceva la fila per attingere l’acqua. Il più importante era conosciuto con il nome di “pozzo vecchio” che si trovava in fondo all’attuale via Lucio Tasca. Le donne riempivano le quartare e le portavano a casa ponendosele sul capo dove restavano in perfetto equilibrio senza essere trattenute con le mani.
Cartolina di inizi del ‘900, proprietà Iano Capodicasa
Bibliografia: Moncada S., Pachino, il paese dalle mille risorse, un secolo di storia, tradizioni, usi, costumi e sviluppo, Pachino, 2005
Via La Farina, al “Pozzo vecchio”.
Foto di inizi del ‘900, proprietà Iano Capodicasa
Sebbene la cartolina indichi come riferimento “via La Marmora”, in realtà si tratta di via Nunzio Costa. Fonte dell’informazione è il Dott.Cultrera. La notizia è stata riporta da Guido Rabito, proprietario della cartolina stessa
Cartolina di inizi del ‘900, proprietà Guido Rabito
Via Nunzio Costa
Cartolina di inizi del ‘900, proprietà Iano Capodicasa
Via Nunzio Costa
Cartolina anni ’80, proprietà Iano Capodicasa
Via Plebiscito. Fino al secondo Dopoguerra, le stradine dove insistevano le abitazioni dei contadini erano in precarie condizioni di viabilità.
Foto della seconda metà degli anni 30, proprietà Iano Capodicasa
Via Palestro. Fino al secondo Dopoguerra, le stradine dove insistevano le abitazioni dei contadini erano in precarie condizioni di viabilità.
Foto della seconda metà degli anni 30, proprietà Iano Capodicasa
Via Torino. Fino al secondo Dopoguerra, le stradine dove insistevano le abitazioni dei contadini erano in precarie condizioni di viabilità.
Foto della seconda metà degli anni 30, proprietà Iano Capodicasa
Via Torino dopo l’intervento degli anni 40 di risistemazione viario
Foto della seconda metà degli anni 40, proprietà Iano Capodicasa
Via Torino, le case contadine con il tetto “a mulinara”
Foto della seconda metà degli anni 70, proprietà Iano Capodicasa
Via Roma. Fino al secondo Dopoguerra, le stradine dove insistevano le abitazioni dei contadini erano in precarie condizioni di viabilità.
Foto della seconda metà degli anni 40, proprietà Iano Capodicasa
Via San Marino. Fino al secondo Dopoguerra, le stradine dove insistevano le abitazioni dei contadini erano in precarie condizioni di viabilità.
Foto della seconda metà degli anni 40, proprietà Iano Capodicasa
Quartiere Spinazza. Negli anni 60, nella stessa zona dove oggi insiste un canneto, era attivo un cantiere petrolifero.
Foto di metà anni 60, proprietà Iano Capodicasa