Nel 1930 fu approvato il nuovo Piano Regolatore per Noto che prevedeva parecchi interventi (molti dei quali rimasero solo su carta) anche a San Corrado Fuori le Mura e nella zona costiera, fino a quel momento quasi del tutto libera da costruzioni. In tale contesto si inserisce il progetto dello chalet “Miramare” di Noto Marina (a cura dall’ ing. Francesco La Grassa) in questa foto poco dopo l’inaugurazione ufficiale nel 1935.
Foto del 1935 di proprietà di F. Carnemolla.
Bibliografia: L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005;
L’inaugurazione dello stabilimento Miramare nel 1935.Oltre alla struttura principale, il progetto prevedeva uno stabilimento balneare costruito a palafitta sul mare.
Cartolina del 1935, proprietà Pro Noto
Bibliografia: L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005;
Lo stabilimento Miramare nel 1935. Sullo sfondo è visibile l’impalcatura della struttura costruita su uno sperone roccioso. Nel progetto originario tale edificio doveva diventare struttura ricettiva. Nei fatti, non fu mai terminato.
Cartolina del 1935, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Bibliografia: L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005;
Lo stabilimento Miramare nel 1935.
Cartolina del 1935, proprietà Pro Noto
Bibliografia: L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005;
Lo stabilimento Miramare nel 1935.
Foto del 1935, proprietà Pro Noto
Bibliografia: L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005;
Lo stabilimento Miramare nel 1935.
Cartolina del 1935, proprietà Pro Noto
Bibliografia: L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005;
Lo stabilimento Miramare nel 1935.
Cartolina del 1935, proprietà Pro Noto
Bibliografia: L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005;
Lo stabilimento Miramare
Il progetto originale del 1934 a cura dell’Ing. La Grassa, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto.
Lo stabilimento Miramare
Il progetto originale del 1934 a cura dell’Ing. La Grassa, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto.
Lo stabilimento Miramare il giorno dell’inaugurazione.
Foto del 1935, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto.
Cartolina commemorativa della “Festa del mare”. Oggi, a causa dell’arretramento costiero, l’ accesso visibile in questa immagine non è più agibile
Foto del 1935, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto.
L’accesso alla spiaggia oggi.
Foto del 2017, Sebastiano Confalonieri
Lo stabilimento
Cartolina degli anni ’40, proprietà Pro Noto
In mancanza di una seria opera manutenzione, l’azione corrosiva della salsedine, però, in pochi decenni portò alla definitiva chiusura – per motivi di sicurezza – ed allo smantellamento delle cabine.
Cartolina degli inizi degli anni ’50, proprietà Pro Noto
Arredi e infissi furono smantellati. La struttura rimase per diversi anni in balia delle intemperie.
Foto dei primi anni ’60, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Foto dei primi anni ’60, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Foto dei primi anni ’60, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Cartolina dei primi anni ’60, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Il lembo di spiaggia dove sorgeva lo stabilimento Miramare.
Foto del 2016, proprietà Anna Murè
L’ultima immagine dell’ex stabilimento Miramare. La struttura fu definitivamente abbattuta per motivi di sicurezza. In parecchi, infatti, si introducevano nei locali divenuti ormai pericolosi.
Foto di fine anni 60, proprietà Fam. Consiglio
Negli anni ’60 sulla spiaggia a ridosso della struttura, ormai era ridotta a rudere, furono installate le cabine di un nuovo lido
Cartolina dei primi anni ’60, proprietà Pro Noto
Le cabine del lido
Cartolina dei primi anni ’60, proprietà Pro Noto
Le cabine del lido
Cartolina dei primi anni ’60, proprietà Pro Noto
Durante il Ventennio, tra i progetti architettonici approvati dal Comune di Noto, ve ne era uno particolarmente interessante (anche questo a cura dell’Ing. La Grassa) che prevedeva la costruzione di un Grand Hotel. I lavori iniziarono nel 1934, ma ben presto il cantiere si fermò e il “Grand Hotel” non vide mai la luce. A triste testimonianza delle vicenda, per decenni rimase lo scheletro della struttura, pericolante e più volte vandalizzato. In questa immagine, scattata dal primo piano dello stabilimento Miramare, è ben visibile la struttura ricettiva mai portata a compimento sullo sperone roccioso.
Cartolina dei primi anni ’60, proprietà Pro Noto
Considerato un vero e proprio “ecomostro”, il rudere nel corso degli anni ha subito diversi crolli che ne hanno pregiudicato stabilità e sicurezza.
Cartolina dei primi anni ’60, proprietà Pro Noto
Foto del 2005, proprietà M. Hayes
Foto del 2005, proprietà M. Hayes
Il rudere venne definitivamente abbattuto nel 2014.
Foto del 2014, proprietà fam. Consiglio
In pieno Ventennio fascista fu costruita un’altra struttura: la sede della “Colonia”. L’edificio è situato a ridosso del primo accesso alla spiaggia del viale principale di Noto Marina ed esiste tutt’ora. Negli anni ha avuto diverse destinazioni d’uso. Al momento è utilizzato come magazzino.
Foto degli anni 40, proprietà Pro Noto
Il viale principale di Noto Marina in un’immagine dei primi anni ’60. L’area a destra era ancora scevra dalle costruzioni. A sinistra oggi insiste un hotel. Sullo sfondo è visibile il rudere dell’albergo mai terminato.
Foto degli anni 60, proprietà Pro Noto
Il viale principale di Noto Marina oggi.
Foto del 2016, proprietà Anna Murè
Il viale principale di Noto Marina in un’immagine dei primi anni ’70, in una prospettiva diversa rispetto alla foto precedente.
Foto degli anni 70, proprietà Pro Noto
La spiaggia di Noto Marina in un’immagine degli anni ’50.
Cartolina del 1957, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
La spiaggia di Noto Marina in un’immagine degli anni ’50. Sullo sfondo è visibile l’edificio della “Colonia” fascista
Cartolina del 1957, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Il viale principale di Noto Marina in una foto degli anni 60.
Foto anni ’60, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
La spiaggia di Noto Marina in una delle ultime foto scattate dallo stabilimento Miramare
Foto del 1966, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Uno dei lidi “storici” di Noto Marina, il “Lido Azzurro”.
Foto degli inizi degli anni ’70, fondo Travali Zappulla, Biblioteca del Comune di Noto
Lo sviluppo urbanistico di Noto Marina in una foto aerea dei primi anni 90
Foto degli inizi degli anni ’90, proprietà Antonio Salerno
L’area di Eloro in una foto aerea dei primi anni 90
Foto degli inizi degli anni ’90, proprietà Antonio Salerno
L’area di Eloro in una foto degli anni ’80
Foto degli inizi degli anni ’80, proprietà Antonio Salerno
Calabernardo, frazione nei dintorni di Noto Marina, ha origini molto antiche ed ebbe un notevole sviluppo poco dopo il terremoto del 1693. Le autorità netine, infatti, decisero di costruire il borgo come “scalo a mare” della città.
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
Il borgo è noto anche col nome di Balata; nome italianizzato di “Valata” che significa “Lastra di Pietra” per via della conformazione rocciosa della sua costa. I magazzini e le casette dei pescatori che si affacciano sulla piazzetta principale.
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
I magazzini e le casette dei pescatori che si affacciano sulla piazzetta principale.
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
I magazzini e le casette dei pescatori che si affacciano sulla piazzetta principale.
Cartolina anni ’70, proprietà Sebastiano Confalonieri
Nel 1848 il porticciolo di Calabernardo vide sbarcare il Re Ferdinando II di Borbone, venendo acclamato dai netini e dagli abitanti delle città limitrofe, che amavano questo sovrano in quanto rielevò Noto a capoluogo della Provincia di Siracusa e del circondario di Ragusa e Modica. Il porto di Calabernardo venne ingrandito e dotato di un faro, divenendo così il più importante sbocco marittmo di Noto. In questa foto sullo sfondo è visibile l’edificio adibito a faro.
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
Col passare del tempo il porto perse la sua importanza e venne rimpicciolito, il faro venne smontato (anche perchè vennero costruiti due fari più potenti, uno sul Plemmirio a Siracusa l’altro a Portopalo di Capo Passero)
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
Gli stessi edifici in una immagine recente
Foto 2016, proprietà Anna Murè
Negli anni ’70 il borgo divenne luogo di “buen retiro” di diverse famiglie netine e siracusane. In foto via Sicilia ancora libera dalle costruzioni
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
Edifici in via Lampedusa
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
Edifici in via Lampedusa
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
I vecchi magazzini a ridosso del faro, abbattuti negli anni ’80
Foto scattata tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, proprietà Giuseppe Iuvara
Il vecchio faro divenne la sede di una caserma della Guardia di Finanza
Foto scattata negli anni ’80, proprietà Pro Noto
Il villaggio di Calabernardo si ingrandì, e attorno ai magazzini e agli antichi edifici del pescatori vennero costruite numerose villette abitative facendo divenire questa frazione di Noto in una zona turistico – balneare frequentata tutto l’anno.
Foto del 2016, proprietà Anna Murè
L’edificio che ha ospitato il faro e poi la caserma della Guardia di Finanza è oggi la sede di un “museo del mare”
Foto del 2016, proprietà Anna Murè
Il borgo in una foto aerea.
Foto del 2017, fonte Instagram