Il corso Vittorio Emanuele. Preceduto dall’imponente porta Reale, l’asse del Corso è interrotto da tre piazze sulle quali si affacciano altrettante chiese.
Cartolina del 1928, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. Immagine dei primi anni del ‘900. Particolare della casetta nella piazzetta dell’Immacolata abbattuta per fare spazio negli anni 20 a una nuova abitazione in stile tardo Liberty
Foto primi decenni del 900, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. Lo stesso angolo con la nuova costruzione
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. La prima chiesa che si incontra al corso è quella dedicata a San Francesco, alla quale si accede tramite una imponente scalinata.
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. Piazza Immacolata
Cartolina anni 40, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. La chiesa di San Francesco all’Immacolata fu costruita fra il 1704 e il 1745 su iniziativa del superiore P. Filippo Tortora e su progetto degli architetti Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi, assieme all’annesso ex convento dei Frati Minori conventuali. Nell’armoniosa facciata, aggettante su una imponente scalinata a tre rampe (di cui una aggiunta nei primi dell’800, dopo l’abbassamento del manto stradale), spicca il bel portale fiancheggiato da artistiche colonne barocche e tre nicchie, di cui due ai lati e una più piccola sopra il portale.
Cartolina anni 20, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. Accanto alla chiesa di San Francesco (e al suo convento) è il decoratissimo ex monastero benedettino del SS. Salvatore, della seconda metà del Settecento, che rende questo complesso una delle più importanti strutture religiose cittadine. L’angolo formato dall’Immacolata e dal lato sud-orientale dell’ex-Monastero Benedettino delle Suore del SS. Salvatore è sicuramente uno dei più suggestivi del Centro Storico. Le splendide finestre con inferriate ricurve in fetto battuto, lungo il Corso Vittorio Emanuele, e le sagomature del muro orientale del SS. Salvatore rendono armoniosa, articolata e ritmica la fabbrica settecentesca.
Cartolina anni 30, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. La parte bassa del convento dei frati minori è stata occupata da bassi commerciali (ristoranti, bar, sedi di circoli e, in anni recenti, una banca).
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. Il convento dei frati minori, costruito tra il 1740 e il 1750 in pieno stile barocco.
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il corso Vittorio Emanuele. Il monastero del SS. Salvatore costruito tra il 1710 ed il 1791 su un’area rettangolare di 11.000 mq. Piatti pilastri gemelli incorniciano al primo piano le grandi finestre il cui ricco decoro ricorda lo stile plateresco portoghese con eleganti finestre arricchite da eleganti bassorilievi e con artistiche ringhiere bombate in ferro battuto.
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
La piazza dell’Immacolata oggi
Foto 2016, proprietà Sebastiano Confalonieri
Il corso Vittorio Emanuele. Il monastero del SS. Salvatore , la torre campanaria
Cartolina anni 30, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il monastero del SS Salvatore. Custodiva al suo interno un vistoso tesoro in oro, argento e paramenti di pregio, in gran parte trafugati durante le giornate rivoluzionarie del 1860
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto guida della città, Catania, 1970
Cartolina 1905, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio.
Il monastero del SS Salvatore. Le finestre in ferro battuto ricurvo, di pregiatissima fattura artigianale, sono state definite “Merlettature di Burano in pietra mielata”
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto guida della città, Catania, 1970
Cartolina 1905, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio.
La chiesa di San Francesco all’Immacolata e il monastero del SS Salvatore oggi
Foto 2016 proprietà Sebastiano Confalonieri
La facciata della chiesa del SS. Salvatore. Fu costruita per volere della badessa Rau Della Ferla su progetto dell’Architetto Antonio Mazza. Fu scelto uno scenografico terrazzamento, in puro stile barocco, per dare risalto all’ingresso. Sulla sinistra si scorge il vecchio plesso che faceva parte del monastero attiguo abbattuto negli anni 30 (anche a seguito di un vasto incendio) per lasciare spazio al nuovo edificio.
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto guida della città, Catania, 1970
Cartolina 1931, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio.
La facciata della chiesa del SS. Salvatore. L’edificio fu definito “Basilica degna della Cristianità romana”.
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto guida della città, Catania, 1970
Cartolina 1931, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio.
La facciata della chiesa del SS. Salvatore e il nuovo seminario. La costruzione del nuovo edificio iniziò subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto guida della città, Catania, 1970
Cartolina 1969 proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio.
La facciata del seminario vescovile. I lavori, iniziati per volere del Mons. Calabretta nel 1945, terminarono nel 1955.
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto guida della città, Catania, 1970
Cartolina 1969 proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio.
Il prospetto del seminario vescovile
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto guida della città, Catania, 1970
Cartolina 1969 proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio.
Il seminario del SS Salvatore , il loggiato interno poco dopo la consegna dei lavori.
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il seminario del SS Salvatore , la terrazza
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Il seminario del SS Salvatore , la loggia e la torretta settecentesca
Cartolina anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla
Palazzo Ducezio. La sede del Municipio di Noto è stata realizzata a partire dalla seconda metà del Diciottesimo secolo e per diversi anni fu chiamato semplicemente “casa senatoria”
Cartolina 1903, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Ducezio. Al progetto del Municipio lavorarono Paolino Labisi e Giacomo Nicolaci.
In questa immagine sono ben evidenti, di fronte al palazzo, gli antichi lampioni a gas
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto, guida della città, Catania 1970
Cartolina 1909, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Ducezio. La costruzione fu terminata nel 1831, sotto la sindacatura di Ottavio Nicolaci.
Ai lati del palazzo furono installati due chioschetti alla fine dell’Ottocento
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto, guida della città, Catania 1970
Cartolina 1909, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Ducezio. Caratteristica è la presenza del loggiato ad arcate. Grazie a questo singolare elemento l’edificio può essere definito come “richiamo all’arte palladiana”
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto, guida della città, Catania 1970
Cartolina anni 20, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Ducezio.
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto, guida della città, Catania 1970
Cartolina anni 20, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Ducezio. Di fronte al palazzo la nuova illuminazione pubblica che sostituì i vecchi lampioni a gas
Bibliografia: Passarello Gaetano, Noto, guida della città, Catania 1970
Cartolina anni 20, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Ducezio . Il chiosco sul lato sinistro del palazzo.
Cartolina anni 20, proprietà Pro Noto
Palazzo Ducezio. Un’immagine scattata dal sagrato della cattedrale, situata proprio di fronte al municipio.
Cartolina 1909 proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Ducezio. Un comizio o l’insediamento del potestà. Immagine scattata durante il Ventennio.
Cartolina 1930, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla.
Palazzo Ducezio. L’11 maggio del 1933 Umberto di Savoia e Maria Jose visitarono il comune. Sul palco montato per l’occasione si nota anche il potestà Sallicano.
Foto 1933, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla.
Palazzo Ducezio. Tra il 1949 ed il 1951 fu sopraelevato per opera dell’architetto Francesco La Grassa, con unanime riprovazione dei cultori d’arte, i quali videro deturpata la neoclassica bellezza del monumento. Gli alberi di fronte al palazzo furono espiantati.
Cartolina fine anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla.
Palazzo Ducezio. Di fronte alla sede del Comune, per molti anni,è rimasta in loco una stazione di rifornimento Agip assieme a una postazione “taxi”.
Foto anni 50, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla.
Piazza Municipio. Turisti sulla scalinata della Cattedrale.
Cartolina anni 60, proprietà Comune di Noto, Biblioteca civica, fondo Travali Zappulla.
Palazzo Ducezio. L’edificio subì una ristrutturazione negli anni 90.
Foto anni 90, proprietà Pro Noto
Palazzo Ducezio oggi.
Foto 2017, proprietà Sebastiano Confalonieri.
Palazzo Ducezio oggi.
Foto 2017, proprietà Sebastiano Confalonieri.
La cattedrale. Dedicato a San Nicolò, l’edificio si staglia maestoso sul corso, di fronte al palazzo simbolo del potere politico, il palazzo Ducezio.
Foto 1909, proprietà Comune di Noto, fondo Travali Zappulla
La cattedrale fu costruita subito dopo la fondazione del nuovo sito di Noto. I lavori si protrassero fino al 1703.
Cartolina 1900, proprietà Comune di Noto, fondo Travali Zappulla
La cattedrale è preceduta da un’amplissima scalinata degradante nella piazza Municipio. Nel corso dei secoli sia la facciata sia l’interno hanno subito numerosi rimaneggiamenti che le hanno conferito l’aspetto attuale solamente alla fine dell’Ottocento, con l’erezione della nuova cupola, opera del netino Cassone.
Foto anni 30, proprietà Comune di Noto, fondo Travali Zappulla
La facciata risponde alla “tipologia con le due torri laterali” e presenta evidenti analogie con la parrocchiale di Versailles e le incisioni della chiesa di Saint Roch a Parigi. Essa è frutto di un corposo rimaneggiamento attuato da Vincenzo Sinatra nella seconda metà del ‘700 (su un campanile è riportata la data 1768) nella preesistente facciata incompiuta di Rosario Gagliardi, che a sua volta aveva rielaborato il progetto originario (forse opera di Fra Angelo Italia)
Foto 1929, proprietà Comune di Noto, fondo Travali Zappulla
La cattedrale, costruita in pietra calcarea tenera, è un chiaro esempio di stile tardo barocco, cui non mancano elementi eclettici ed una marcata aspirazione neoclassicista.
Foto 1929, proprietà Comune di Noto, fondo Travali Zappulla
La notte del 13 marzo 1996 la cattedrale subì un gravissimo danno: a causa delle forti piogge dei giorni precedenti, la cupola crollò assieme alla navata centrale e parte di quella laterale. Tra i primi provvedimenti d’urgenza, vi era quello relativo alla traslazione dell’urna contenente le reliquie di San Corrado. L’operazione fu difficoltosa e si riuscì nell’intento utilizzando una delle gru posizionate per il puntellamento dell’edificio.
Foto 1996, Proprietà Antonio Salerno.
La navata centrale della cattedrale devastata dopo il crollo del 1996
Foto 1996, Proprietà Antonio Salerno.
I lavori di ricostruzione dell’edificio, iniziati nel 2000, sono terminati nel 2007, con la riapertura al culto il 18 giugno
Foto 2007, Proprietà Antonio Salerno.
Accanto alla cattedrale sorge il palazzo Landolina, costruito a partire dal 1730 per volere del marchese Francesco di Sant’Alfano Landolina. La facciata dalle linee ancora barocche presenta un’armonia già quasi neoclassica.
Cartolina anni 20, proprietà Pro Noto.
Il palazzo un tempo fu l’abitazione di Don Pietro Landolina, marchese di S. Alfano, primo Intendente della Provincia di Noto e senatore del Regno. Ospitò per tre volte, tra il 1838 e il 1844, il Re Ferdinando II di Borbone Parma e la Regina Maria Teresa. L’esedra alberata di fronte al palazzo ospitava alla fine dell’Ottocento la statua del re Ferdinando II
Cartolina 1919, proprietà Pro Noto.
Dopo la I guerra mondiale, nell’esedra di fronte al palazzo Landolina, al posto della statua del re borbonico, fu installato il monumento dedicato ai Caduti.
Cartolina 1929, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il Palazzo Landolina Sant’Alfano e il monumento ai caduti della I Guerra Mondiale
Cartolina 1929, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Palazzo Landolina e Cattedrale in una veduta dall’alto
Foto 2016, proprietà Sebastiano Confalonieri
Sul corso di Noto insistono altri monumenti, oltre a quello dedicato ai caduti della Grande Guerra. In prossimità di piazza Ercole vi è il busto dedicato a Mariannina Coffa, famosa poetessa netina morta nel 1878
Cartolina 1929, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il corso principale di Noto è stato da sempre sede di bar e esercizi commerciali.
Cartolina fine anni 20, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il corso Vittorio Emanuele. Visibile uno scorcio della settecentesca chiesa di San Carlo
Cartolina fine anni 20, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Negli anni 30, visto il progressivo aumento dell’utilizzo delle automobili, si rese necessario installare una pompa di benzina, poco prima della chiesa di San Carlo. Poco più tardi, una seconda pompa fu installata in prossimità del Palazzo Ducezio.
Cartolina 1934, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il complesso di San Carlo. Convento gesuita, edificato probabilmente su progetto del celebre Gagliardi nei primissimi anni del 700.
Cartolina 1934, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il convento gesuita, culla della cultura umanistica per decenni, ha ospitato nelle sue sale il ginnasio “Di Rudinì”, la scuola di musica comunale e uffici museali.
Cartolina 1934, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il collegio di San Carlo.
Cartolina 1934, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
La chiesa di San Carlo (o “del collegio”). Edificata a partire dal 1730, la facciata, a tre livelli, è caratterizzata dall’uso di colonne libere e dal caratteristico andamento mistilineo-convesso. Il materiale da costruzione è la dorata calcarenite locale.
Bibliografia: Valentina Puglisi, “Studi e interventi sul prospetto della chiesa di San Carlo Borromeo a Noto”, in Annali del Barocco in Sicilia. Il restauro del Barocco nella città storica, Gangemi, Roma 2004
Cartolina 1934, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
La finestra principale del complesso del collegio.
Bibliografia: Valentina Puglisi, “Studi e interventi sul prospetto della chiesa di San Carlo Borromeo a Noto”, in Annali del Barocco in Sicilia. Il restauro del Barocco nella città storica, Gangemi, Roma 2004
Cartolina 1934, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Il collegio San Carlo. La corte interna.
Bibliografia: Valentina Puglisi, “Studi e interventi sul prospetto della chiesa di San Carlo Borromeo a Noto”, in Annali del Barocco in Sicilia. Il restauro del Barocco nella città storica, Gangemi, Roma 2004
Cartolina 1934, proprietà Comune di Noto, per gentile concessione dell’Arch. Di Dio
Nel febbraio del 1990 una parte della copertura del collegio crollò. L’ala sud ovest, a causa di una inesistente manutenzione, “implose” su se stessa.
Foto 1990, proprietà Antonio Salerno
L’ex collegio oggi ha al suo interno uffici comunali e sale espositive. Una parte della chiesa oggi ospita esercizi commerciali
Foto 2016, Anna Murè